A partire dal prossimo 1 gennaio 2019 anche per le bollette del gas scatta la prescrizione dopo due anni, e non più dopo cinque come previsto finora, mentre per quelle relative alla fornitura di energia elettrica il regime è già così dal primo di marzo di quest’anno per effetto di una norma inserita nella legge di bilancio 2018.
Lo ha deciso l’Arera – Autorità di Regolamentazione per Energia Reti e Ambiente – con una delibera del 13 novembre scorso. Nel caso quindi in cui i ritardi nelle fatturazioni siano da imputare ai venditori o ai distributori, gli utenti saranno tenuti a pagare solo i consumi relativi agli ultimi due anni e potranno chiedere la cancellazione del debito per quelli risalenti agli anni precedenti.
Per tutelare i consumatori, le imprese fornitrici di energia saranno obbligate a emettere una fattura separata in cui indicare gli importi risalenti a più di due anni e, contestualmente, dovranno informare in maniera chiara e diretta i clienti, fornendo loro anche la modulistica necessaria, della possibilità di non saldare il debito in quanto oggetto di prescrizione.
Per i clienti che hanno scelto di pagare le bollette con la domiciliazione bancaria, postale o con carta di credito, la prescrizione si applica automaticamente e quindi, in questo caso, gli utenti non dovrebbero ricevere alcuna fattura ma solo una semplice comunicazione. I fornitori sono tenuti ad avvisare i clienti anche nel caso in cui siano loro stessi a rinunciare ai crediti per i consumi prescritti.
Diversa è naturalmente la situazione in cui i ritardi nei pagamenti delle bollette siano da imputare al consumatore, che invece vanno saldati per intero. In questo caso fornitori e venditori emetteranno la fattura includendo i debiti che risalgono anche a oltre i 2 anni precedenti, chiarendo al cliente quali siano le motivazioni portate a sostegno della sua responsabilità e le modalità per presentare eventualmente un reclamo.